La rotonda. Storia della bicicletta

Giro del mondo alla ricerca della felicità su due ruote

Pastiche teatrale/musicale liberamente ispirato dal libro Ciò che conta è la bicicletta di Robert Penn

testo e regia Nicola Zavagli
con Beatrice Visibelli, Marco Natalucci, Chiara Riondino
scene e luci Orso Casprini
costumi Cristian Garbo

Ma come è nata la bicicletta? E quando? Chi l’ha inventata? È nata già così? O si è evoluta nel tempo?
Un rutilante racconto sulla storia della bicicletta, dalle sue origini alle sue ultime evoluzioni. Una gioiosa e divertente pedalata di parole e canzoni, un appassionante viaggio che attraversa paesaggi meravigliosi, epoche mitiche e personaggi straordinari per scoprire la storia del più popolare mezzo di trasporto del mondo, nonché una delle più geniali invenzioni dell’umanità. Per raccontare come la bicicletta ha cambiato il nostro modo di vivere continuando sempre a farci sognare.

La sua controversa paternità contesa tra francesi, inglesi e tedeschi. Finché un giorno non si scoprì un disegno di Leonardo, e tutti dissero: la bicicletta è italiana. Finché non si seppe che la bicicletta di Leonardo era un falso, e tutti dissero: l’importante… è che non me la rubino! 

Uno spettacolo per ripercorre le ardite imprese a due ruote: dal celerifero della rivoluzione francese alla tedesca draisina che volle sostituire il cavallo nell’anno senza estate. E poi scoppiò la mania del velocipede, la grande ruota, che entusiasmò l’Europa e l’America con gare, passeggiate, club sportivi e viaggi in giro per il mondo, fino al Polo nord, fino al volo delle biciclette. 

E poi la bicicletta diventò strumento di emancipazione per la donna, pantaloni al ginocchio e via alla ricerca della propria libertà. E per la classe lavoratrice, e furono i pendolari delle periferie. E fiorirono le corse contro il tempo dietro locomotive lanciate nella prateria o dentro velodromi per mitiche sei giorni che divennero eventi spettacolari nell’età del jazz e appassionarono scrittori come Hemingway. 

E poi le corse fino alla morte del ciclismo eroico nella sua stagione d’oro, quando l’ingegno italiano perfezionò il suo design negli anni del boom, e l’eleganza dei ciclisti italiani e delle nostre biciclette riempì di desiderio milioni di appassionati in tutto il mondo. 

Biciclette che poi sparirono sotto un mare di macchine, fino alla crisi del petrolio negli anni Settanta che finalmente ce le fece riscoprire. E furono dei pazzi scatenati, dei favolosi freak brothers che si tuffavano dall’alto delle montagne della West coast americana che da un monte di bici sfasciate partorirono la mountain bike. 

Era lo stesso spirito libertario che ancor oggi anima i raduni del Critical Mass che irrompono come un pacifico tornado nel traffico delle metropoli del mondo, sventolando il vessillo della bici come ultima utopia di scoperta e libertà.

Uno spettacolo per un elogio della bicicletta come viaggiar lento, come formidabile macchina a propulsione umana, come veicolo sentimentale che apre mente e cuore alla scoperta del mondo. Che brucia le nostre ansie e ci riconsegna il segreto della felicità pedalando.

La cantautrice Chiara Riondino accompagna con canzoni originali e ironiche rielaborazioni di successi i due funambolici narratori, Beatrice Visibelli e Marco Natalucci che con travolgente simpatia ci guidano in questo viaggio, come i trombettieri che aprivano la strada nelle prime gare di velocipede! Quasi una bandaccia buffa, che ricorda il cabaret fin de siecle, a colorare l’originale racconto, costruito con penna frizzante e poetica da Nicola Zavagli.

Lo spettacolo ha debuttato in occasione dell’edizione 2017 de L’Eroica (Gaiole in Chianti).