infuturàrsi

Un verbo dantesco che significa sopravvivere nel futuro, nella memoria delle generazioni future.

a cura di Teatri d’Imbarco

direzione artistica Beatrice Visibelli e Nicola Zavagli

È da qui che vogliamo partire: dal futuro.
Per suggerire orizzonti, punti di vista, visioni.
Per creare possibilità e invitare al viaggio.
Per guardare lontano.

19 febbraio ore 21.00 e 20 febbraio ore 16.30

Teatri d’Imbarco
LA LEGGENDA DEL PALLAVOLISTA VOLANTE

con Andrea Zorzi e Beatrice Visibelli

testo e regia Nicola Zavagli

movimenti coreografici Giulia Staccioli

Lo sport incontra il teatro e si fa metafora della vita: Andrea Zorzi detto “Zorro” – il pallavolista due volte campione del mondo e tre volte campione europeo con l’indimenticabile Nazionale di Julio Velasco – sale sul palcoscenico nei panni di sé stesso e, grazie alla penna e alla regia di Nicola Zavagli, ci racconta la sua grande avventura. Attorno a lui, la verve esplosiva di Beatrice Visibelli disegna un paesaggio narrativo carico di ironica allegria, dando vita alla moltitudine di personaggi che hanno accompagnato la vita e la carriera di questo autentico mito dello sport italiano.

Un pallone sgualcito diventa il volante che il padre impugnava durante i molti chilometri percorsi nella sua vita d’autista. Le panche dello spogliatoio, dove ci si confrontava, si discuteva e si finiva spesso per litigare, si tramutano nel letto dove un adolescente febbricitante cresceva troppo e sognava di trovare una ragazza. Lo spazio del palco si trasforma in un campo da pallavolo, per rivivere le azioni mozzafiato scolpite nella memoria di tutti, le vittorie leggendarie e le sconfitte ancora brucianti. Un affresco teatrale dove la vicenda personale s’intreccia alla storia e al costume e la luminosa carriera di uno sportivo viaggia attraverso la cronaca e la storia di un Paese, dalla campagna veneta degli anni settanta fino ai nostri giorni.

Dopo oltre 200 repliche nei teatri di tutta Italia, il Pallavolista torna sul palcoscenico dove è nato.

Leggi la scheda completa e la rassegna stampa qui.

25 febbraio ore 21.00

Rumor Bianco
UNA RAGIONEVOLE FELICITÀ – RITRATTI DI LEANDRO E FAMIGLIA

di e con Silvia Frasson

arrangiamenti musicali Andrea Checcucci e Stefano Rachini

una produzione Rumor Bianco in collaborazione con Famiglia Nuova

C’è un luogo, anzi più di uno, diventano rifugi poi case poi famiglie. Ci sono persone vulnerabili, strade difficili, paure, possibili sbagli. E c’è chi accoglie, al di là di tutto. C’è un tavolo intorno a cui si mangia, si ride, ci si mette la testa tra le mani, insieme. Ci sono naufraghi dell’anima e un mare bianco dove il corpo risorge e poi va dritto verso la disfatta. C’è un prete, no è un teologo, no è un insegnante di religione, no è un contadino… Insomma, chi è Don Leandro Rossi? C’è chi esce dal carcere per entrare in una nuova possibilità di ribellione, incredibilmente senza pistola. Ci sono polli spennati, parecchi. C’è una donnina che tratta bestie ed esseri umani nello stesso modo. C’è un uomo in bicicletta che si sporca con la sofferenza degli altri. Ci sono un sacco di domande e invece che risposte si trovano abbracci. C’è il Vangelo e chi lo legge con le mani, mani che stringono, che rialzano, che sostengono. C’è il sangue che è di Cristo ma è anche quello che scorre nelle vene che troppe volte vengono bucate. 

C’è Silvia Frasson con la sua travolgente modalità di raccontare, ci trasporta in questo mondo, in queste storie, in queste vite. E inevitabilmente ci avvicina, ci scuote, ci fa emozionare.


Eventi promossi in occasione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie
In collaborazione con Libera Associazioni, Nomi e Numeri contro le mafie

13 marzo 16.30

Teatri d’Imbarco
LA CLASSE DEI BANCHI VUOTI

di e con Giovanni Esposito

ispirato al libro di Luigi Ciotti e Sonia Maria Luce Possentini

regia Nicola Zavagli

La mafia spiegata ai bambini. Un’aula scolastica piena di banchi vuoti, una classe in cui nessuno più studia, chiacchiera o ride, nessuno scambia figurine o copia i compiti di nascosto. Ma non è sempre stato così. Un tempo questa classe, come tutte le altre, era piena di voci, risate, paure, speranze, diari colorati e aeroplani di carta. A chi appartenevano questi banchi? E come mai sono rimasti vuoti?

Spettacolo adatto a partire dagli 8 anni

18 e 19 marzo ore 19.00

Teatri d’Imbarco
LA CIVETTA DI SCIASCIA

Proiezione video

regia di Nicola Zavagli

con Beatrice Visibelli, Giovanni Esposito, Marco Natalucci, Amerigo Fontani, Marcello Sbigoli, Massimo Tarducci, Mauro Monni, Francesco Mancini, Samuel Osman, Roberto Vergelli, Massimiliano Paggetti, Luca Cini, Enrico Conti, Lapo Battisti, Paola Barbieri, Costanza Benvenuti, Margot Gherardi, Martina Gnesini, Salvatore Marmora, Cristian Palmi, Isabella Quaia, Nicoletta M. Loisi, Andrea Falli, Mirco Iacopini, Giulia Vasta, Sonia Gorgeri, Leonardo De Maria, Niccolò Tacchini, Gabriele Tiglio, Matilde Zavagli, Vincent Vallon, Francesca Cintelli

Uno sceneggiato teatrale tratto da Il Giorno della civetta, diretto da Nicola Zavagli e registrato alle Spiagge durante il lockdown. Protagonisti alcuni straordinari attori del panorama toscano e gli allievi della Scuola di Teatro L’Imbarco, per un’inedita seppur fedelissima versione del capolavoro di Leonardo Sciascia. Un ibrido che tinge del bianco e nero da sceneggiato televisivo il romanzo giallo dello scrittore siciliano, di cui l’anno scorso ricorreva il centenario dalla nascita.

La civetta di Sciascia è un progetto corale su uno dei capolavori della letteratura italiana, frutto di una collaborazione di Libera Firenze e di una regia scrupolosa, pronta a mettere la propria firma senza intaccare un testo perfetto così com’è. Sono rari i casi anche letterari che possono vantare un linguaggio così limpido e penetrante come quello di Leonardo Sciascia, che nella propria vita riuscì sempre a utilizzate le parole come voleva e come meglio credeva, prima da insegnante, poi da giornalista e scrittore poliedrico, infine anche da politico. Fu il primo in Italia a scrivere di mafia, tanto da essere accusato di essersela inventata. Scelse di farlo da romanziere: non da giornalista, non da drammaturgo, non da poeta, sebbene fosse tutte queste cose e altre ancora. Scelse la perfezione di una storia – una storia semplice, verrebbe da dire, e quindi dai sottotesti complicati – per dire qualcosa che nessuno voleva dire e soprattutto nessuno voleva sentire.

18 e 19 marzo ore 21.00

Teatri d’Imbarco
IL PAESE NELLE MANI – CRONACA D’ITALIA IN SETTE STRAGI

con Beatrice Visibelli

testo e regia Nicola Zavagli

in collaborazione con Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage di Via dei Georgofili e Associazione Insetto stecco

Lo spettacolo racconta una pagina cruciale e terribile della storia d’Italia, di quei tre anni che vanno dal 1992 al 1994, gli anni delle sette stragi di mafia, gli anni in cui la criminalità organizzata tenne sotto scacco il nostro paese, gli anni del tritolo e della cosiddetta trattativa. Quando la mafia ebbe chiara la percezione di avere il paese nelle mani.

La verità della storia la devi cercare nei mille processi di giustizia, i cui atti sono dentro quei faldoni conservati negli archivi della nostra memoria civile. Diamo voce a quelle carte. Raccontiamo quelle verità, anche scomode, anche ambigue, anche dolorose. Cerchiamo la verità della storia fino alla fine, senza stancarci mai.

La nostra storia potrebbe iniziare dal Potere del Principe, dall’eterna criminalità dei potenti. Quelli che Dante cacciava con rabbia all’Inferno e di cui Machiavelli teorizzava la cinica strategia. O se volete, potrebbe partire dallo sbarco dei Mille, con la mafiosità di latifondisti padroni di terre troppo sterminate. Oppure dallo sbarco in Sicilia degli alleati nella Seconda guerra mondiale con gli accordi tra americani, Cosa nostra, servizi segreti. Oppure da Portella della Ginestra. Anno 1948. Si torna finalmente a festeggiare il Primo maggio dei lavoratori con le bandiere rosse. Un eccidio di contadini. Prima strage della nostra prima Repubblica. Una Repubblica fondata sul lavoro, recita la costituzione. E sulle stragi. Non vorremmo dirlo, ma lo diciamo. Mafia e politica iniziano da allora a frequentarsi pericolosamente.


25 marzo ore 21.00

Pan Domu Teatro
ASSENZA SPARSA

di e con Luca Oldani

drammaturgia Jacopo Bottani

con il contributo audio di Dott. Paolo Malacarne, Dott. Ugo Faraguna, Dott. Francesco Tani

Progetto con il sostegno e la Produzione in residenza di Fondazione Policlinico Sant’OrsoIa ONLUS Bologna

Un’impotente attesa in cui il dolore vuole essere chiamato per nome, vuole farsi prendere in giro, vuole farci scappare. Che poi, il dolore, non ci passa dal corridoio; sta solo in quella stanza, che poi è un reparto. E… curioso: questo reparto si chiama Rianimazione. Forse vuole essere rianimato, il dolore. E come si fa? Non sappiamo niente: se ce ne andremo, quanto dobbiamo rimanere, perché dobbiamo rimanere, niente. Anche se parli, se scherzi, se dici tutto quello che non sei riuscito a dire prima a chi sta di là, in coma, non si può sapere se lui (un amico, dannazione) riesca a sentire, possa sentire. Assenza Sparsa è una non-storia, fatta di tentativi comici, grotteschi, assurdi, a volte concretamente ingenui, dubbiosi, disperati, di reagire al dolore, di provare a starci dentro, mentre intorno a chi aspetta si sparge un po’ di assenza. L’assenza di chi sembra dormire ma non dorme, di chi sembra morto ma è vivo, di chi vive come un morto. Un’assenza così insomma, un po’ imprecisa, raffazzonata. Perché tutti sappiamo che cos’è la vita con le sue varie forme, tutti sappiamo cos’è la morte con le sue varie forme. Ma quando non è vita e non è nemmeno morte, cos’è? Come si ascolta quel bordone misterioso e inimmaginabile che suona nei corridoi di Rianimazione che qualcuno chiama coma? Come l’affronti? Tutto aleggia. Si sparge. E tutto sembra però richiedere anche così tanta presenza. Così tanta vitalità.

Spettacolo Vincitore Premio Intransito 2019

1° aprile ore 21

Nove Teatro
COMBATTENTI

di Renato Gabrielli

con Massimiliano Speziani e Silvia Pietta

regia Domenico Ammendola
aiuto regia Valentina Donatti
assistente alla regia Chiara Baccarini
visual design Alessandro TeddeAntropotopia

Una storia d’amicizia, forse d’amore.
Ne sono protagonisti Giuditta, scontrosa ex campionessa di pugilato, e Raffaele, giornalista sportivo disoccupato che cerca di farsi strada nel luccicante mondo dei social media. Si uniscono nel progetto di rilanciare la palestra di lei con una serie di tutorial di autodifesa femminile deliranti; ma sarà proprio la paradossale riuscita di quel piano a mettere a rischio il loro rapporto.
Una commedia agrodolce che attraverso la metafora della boxe esplora i conflitti tra sentimenti, interessi e valori ai tempi della “modernità liquida”. Ma, come si legge nelle note dell’autore, “Combattenti è anche e soprattutto una storia d’odio-amore per nulla romantica tra un uomo e una donna lontani dai ruoli convenzionali, irrequieti esemplari di quell’età matura che ancora non si arrende all’evidenza delle delusioni”.

21 e 22 aprile ore 21.00

Teatri d’Imbarco
UN APPARTAMENTO SUL MARE

Mise en lecture – Presentazione del nuovo testo di Nicola Zavagli

con Beatrice Visibelli

“Abbiamo ricevuto dalla nostra famiglia le idee di cui viviamo, così come la malattia di cui moriremo.”  Marcel Proust 

Un luminoso appartamento in una città di mare. E una storia familiare piena di ombre.

Franca, anziana professoressa dallo spirito battagliero, vive da sola, sommersa di libri, tra l’azzurro del mare e le grida dei gabbiani. Una caduta accidentale la costringe a chiamare i due figli lontani: Virginia, libraia e artista con una vita matrimoniale in bilico, arriverà dal caotico cuore di Roma, mentre suo fratello Enrico, presuntuoso e determinato imprenditore, si allontanerà malvolentieri dagli stressanti ritmi milanesi per raggiungere la madre. I tre non si vedono da mesi e l’inevitabile confronto tra mentalità e stili di vita così diversi farà presto emergere tensioni sopite e passioni viscerali, in un conflitto che ognuno dei personaggi vivrà, prima di tutto, con sé stesso.

Come credere ancora nella famiglia? Persone unite per caso dalla genetica. Il mistero dell’amore e quello dell’odio, l’ineluttabile conflitto tra genitori, figli e fratelli, l’indifferenza e l’attaccamento morboso, l’angoscia e gli egoismi, l’ironia e le complicità ritrovate. E saranno i silenzi e i gesti, la difficoltà di ascoltare e la capacità di perdonare. Ma anche il riso e il pianto, la rabbia e la gioia. O forse saranno la tenerezza, il calore di un abbraccio, il bisogno di tenersi per mano, a medicare la fragilità di corpi segnati dal tempo. E la nostalgia del grande assente presente nei pensieri di tutti.

Una riflessione calda e affettuosa sulle imperfezioni dei nostri natali e sui valori e disvalori della nostra società.

29 aprile ore 21.00

Teatrino dei Fondi
MURATORI

di Edoardo Erba

regia Enrico Falaschi

con Alberto Ierardi, Marta Paganelli e Giorgio Vierda

scenografia Federico Biancalani

tecnica e luci Angelo Italiano e Marco Sacchetti

In un’ambientazione notturna, due muratori fanno irruzione in una sala teatrale in disuso con lo scopo di chiudere con un muro il palcoscenico, per allargare, su incarico dell’unico proprietario, gli spazi del contiguo esercizio commerciale. Il lavoro, ovviamente abusivo, va fatto in fretta e in silenzio. I due operai si impegnano con tutte le loro forze per completare l’opera prima che sia giorno. Ma non hanno calcolato che il teatro è un luogo magico, in grado di schiudere grandi emozioni, risvegliare i sogni… Uno spettacolo comico e al tempo stesso serio e poetico. Uno spunto di riflessione sulla difficile condizione attuale del teatro, che senza troppe remore, talvolta, può essere distrutto per dare spazio a qualcosa di più utile (forse).

12 maggio ore 21.00

CiurmaStorta
GAIA – UN DIALOGO CON MIA MAMMA

di e con Stefano Luci

musica inedita live hdp20 Max Peri

Gaia “Leitmotiv” Nic Gong

scenografia 3D rendering “Viaggio nel cosmo live” Fabrizio Marra del team Astronomitaly

fotografia e grafica Claudia Gori

CiurmaStorta e Astronomitaly hanno deciso di unire le rispettive competenze per poter ideare un’iniziativa originale ed inedita in Europa per la promozione dell’Arte, della Cultura e della Scienza in particolare il Teatro e l’Astronomia utilizzando tecnologie all’avanguardia come la tecnologia procedurale e il rendering 3D.

Lo spazio diventa arte teatrale in un ‘astrospettacolo’ che è un viaggio oltre il tempo alla ricerca del senso della vita. Gaia accompagna lo spettatore del futuro in un lungo viaggio a ritroso nel tempo e nello spazio per ritrovare la nostra Madre perduta e dimenticata: la Terra. In scena Stefano Luci, che ha scritto il testo due anni fa, all’indomani della morte della madre. “Avevo bisogno di recuperare qualcosa del mio rapporto con lei, della sua battaglia contro la malattia nella dignità della vita, ma senza essere troppo autobiografico”. Lo spunto è arrivato da Fondazione e Terra di Isaac Asimov: la galassia del futuro, vissuta solo da esseri umani, si è dimenticata della Madre. Il viaggio verso la Terra si intreccia con la ricerca della nascita della vita. Tra imperi dominanti che usano la forza per imporre l’ordine, società che basano tutto sugli algoritmi, popolazioni ermafrodite isolate e pianeti che distruggono gli estranei con i virus, il protagonista Golan Trevize cerca un’altra via che mette al centro l’essere umano.


Eventi promossi in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia

15 maggio ore 16.30

Choreos
SULLA MIA PELLE

Coro Lgbtqi+ Firenze

Uno spettacolo-concerto per le vittime di omofobia, transfobia e violenza di genere. Un’occasione per fare memoria, per ascoltare e accogliere le storie degli altri e per farle nostre. La musica accompagnerà le letture e le testimonianze di chi ha subito violenza omo-transfobica, in una partitura unica in cui gli elementi narrativi si intrecciano ad azioni teatrali e alle voci vive del coro. Le testimonianze più crude e forti si sposeranno con la leggerezza di alcuni brani interpretati dall’ensemble Choreos, che intende proporre anche la propria esperienza di comunità, inclusione e appassionata complicità umana e artistica tra donne e uomini, femmine e maschi, tutte/i molto diverse/i e felici di cantare insieme. La musica, infatti, è da sempre anche un’occasione per cantare e ballare fino a notte inoltrata, come a esorcizzare i demoni, che i racconti e le storie condivise portano alla luce, fuori e dentro di noi.

17 maggio ore 21.00

AttoDue
VINCENT RIVER

regia Sandra Garuglieri e Marco Toloni

dal testo di Philip Ridley

con Simona Arrighi e Samuele Anselmi

musiche originali Giovanni Sabia

video e immagini Matteo Tortora

Una madre, un ragazzo sconosciuto, un lutto: questo l’impianto drammaturgico iniziale di Philip Ridley. Vincent River è una storia in cui il protagonista non c’è, ma è il motore di tutta l’azione scenica. È lui che obbliga la madre Anita a confrontarsi con Davey, per ricostruire quello che è successo. Quello che è successo a lui, Vincent, che adesso non può più raccontarlo con la propria voce. Ed è lui che riesce comunque a raccontare la sua storia, prendendo in prestito la voce di Davey. Nelle serrate sequenze del dramma, Anita ricostruirà così, passo dopo passo, gli ultimi istanti della vita di Vincent e le cause della sua morte violenta.

Scritto agli inizi del duemila, Vincent River sembra parlare di omosessualità, di accettazione, di violenza. Ma, ad una lettura più attenta, il testo trova nelle ragioni dell’amore la sua essenza più profonda: le ragioni di Anita, di Davey, di Vincent. Un amore troppo grande per lasciare spazio, accanto a sé, a un aggettivo, un’etichetta, a una discriminazione.


Portraits on Stage – Connessioni tra teatro e arte visiva – restituzioni residenze artistiche

27 maggio ore 21.00

 

CAMILLE OU LA DICHOTOMIE

di e con Isabella Quaia

Camille ou la dichotomie è il risultato di uno studio sul complesso e controverso personaggio della scultrice francese Camille Claudel e delle fasi della sua vita che hanno segnato un’evoluzione, sia essa costruttiva o distruttiva, del suo genio creativo.

Il corpo danzante si è rivelato il medium più diretto per viaggiare nel mondo interiore della scultrice, plasmandosi sulle musiche e sui ritmi, divenendo veicolo di scoperta creativa, sensualità, violenza, assenza: corpo/opera e corpo/creatore. Un’interpretazione di Camille che cerca di restituire il tortuoso cammino della sua vita, sempre in bilico tra la potenza della sua arte e le fragilità e difficoltà dell’essere una donna artista, nella Francia della Belle Époque. L’argilla e il marmo e le sonorità prodotte dall’incontro-scontro tra essi e il corpo della performer, restituiscono (o evocano) l’energia vitale e creativa di Camille, il suo rapporto con la materia e la natura della materia stessa.

Una performance sulla dicotomica complessità di questa donna straordinaria, un tentativo di andare oltre i clichés che la etichettano di volta in volta come donna geniale vittima dell’ego dell’uomo potente di cui si era innamorata, figlia rifiutata e scomoda per la sua modernità, eccessiva e folle o al contrario, forte, caparbia e ingiustamente rinchiusa in manicomio. Unire senza escludere, scavare in profondità per dare una nuova voce all’enigma che Camille Claudel rappresenta.